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APPROFONDIMENTI E CURIOSITA'

L'AUTOEFFICACIA
L’autoefficacia è una caratteristica della personalità importante per la comprensione delle reazioni emotive e del comportamento dell’individuo e può essere definita come: “Le convinzioni circa  le proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni necessario a gestire adeguatamente le situazioni in modo da raggiungere i risultati prefissati. Le convinzioni di efficacia influenzano il modo in cui le persone pensano, si sentono, trovano le motivazioni personali e agiscono” (Bandura 1986).
Non si tratta di una generica fiducia in se stessi,  ma della convinzione di saper  affrontare efficacemente determinate prove, di raggiungere il successo, si riferisce al senso di competenza, di potercela fare, di riuscire ad agire efficacemente nell’ambiente realizzando un controllo sugli eventi. 
Le persone considerano importante e cercano  di esercitare un controllo sugli eventi che riguardano la loro vita perché ciò consente di favorire il verificarsi di eventi  desiderati,  prevenire il verificarsi di quelli indesiderati  e infine,   comporta il vantaggio di renderli maggiormente prevedibili, impedendo così che ci si trovi impreparati.
La capacità di interagire efficacemente con il proprio ambiente non deriva solo dal possedere conoscenze e abilità e dall’effettiva capacità di impiegarle nel modo migliore, ma soprattutto dalla consapevolezza di padroneggiarle (sapere di saper fare). Il  senso di autoefficacia influenza la continuità dell’impegno, la persistenza nel tempo dello sforzo, le scelte effettuate. 
All’autoefficacia viene riconosciuto un ruolo particolarmente importante, in quanto sarebbero proprio le percezioni che l’individuo possiede a proposito delle proprie capacità a regolare il comportamento e ad intervenire attivamente nei confronti della scelta dei suoi obiettivi e delle azioni che possono essere realizzate per il loro raggiungimento: gli individui si impegnano in certe attività e perseverano di fronte alle difficoltà se ritengono di essere in grado di poter incidere sul corso degli eventi. 
L’incapacità di esercitare un’influenza sugli eventi potenzialmente spiacevoli o dannosi genera ansia, apatia o disperazione. Persone sicure delle proprie capacità impiegano più produttivamente  le proprie abilità e scelgono obiettivi più elevati di coloro che nutrono dubbi su di sé. Un basso senso di autoefficacia determina percezioni di pericolo, con esasperazione delle avversità e sottostima delle potenzialità e opportunità. Dal livello di autoefficacia personale derivano:

  • La modalità di reazione alle difficoltà della vita
  • L’entità dello sforzo e la capacità di perseverare di fronte agli ostacoli e alle esperienze di fallimento
  • La quantità di stress e depressione vissuta

L’autoefficacia  esercita dunque un’influenza  nella vita delle persone a più livelli e in diversi contesti: nella scuola, nelle attività sportive, nelle decisioni relative al futuro lavorativo e in tutte quelle  attività  che favoriscono la promozione della salute. 
E’ importante non confondere autostima ed autoefficacia in quanto indicano fenomeni diversi: l’autostima riguarda le valutazioni di valore personale, l’autoefficacia riguarda invece i giudizi sulle capacità personali.Tra le due non esiste una relazione precisa: le persone possono considerarsi efficaci in attività dalle quali non ricavano alcuna stima di sé, e possono considerarsi inefficaci  in una attività senza che questo influisca negativamente sull’autostima. 
Sono state proposte molte teorie riguardo la capacità di esercitare un controllo sugli eventi e dato che il livello di motivazione, gli stati affettivi e i comportamenti delle persone sono basati più sulle loro convinzioni che sulla realtà oggettiva delle cose, la ricerca psicologica si è concentrata sulla convinzione delle persone circa la propria capacità di produrre determinati effetti. 
Sulla base di molteplici studi  si può affermare che tali convinzioni contribuiscono significativamente alla motivazione e al successo. Le convinzioni di efficacia personale hanno un forte peso nell’adattamento psicologico, nella salute psicofisica, nella riuscita professionale e nelle strategie di cambiamento.

Lo studioso che più si è occupato di queste tematiche è Albert Bandura che ha proposto una teoria del senso di autoefficacia che spiega, nel contesto di una struttura concettuale unitaria, le origini delle convinzioni di efficacia personale, la loro struttura e funzione, i processi attraverso i quali esse operano  e i loro molteplici effetti.  
Secondo Bandura è importante distinguere tra aspettative sull’efficacia e aspettative sui risultati.
Le aspettative sull’efficacia si riferiscono alla valutazione che un individuo fa riguardo alla possibilità di poter attuare con successo il comportamento necessario a produrre i risultati voluti.
Le aspettative sui risultati si riferiscono alla valutazione espressa da una persona circa la possibilità che una  prestazione o un dato comportamento condurranno a un certo risultato.
Tale distinzione è importante in quanto alcuni soggetti, malgrado siano convinti che particolari azioni produrranno risultati sicuri, hanno dei seri dubbi circa le loro capacità di metterle in atto: in questo caso le informazioni non influenzano il comportamento.
Le aspettative di autoefficacia personale possono variare in base a tre dimensioni:

  • Il livello. Riguarda il grado di difficoltà di un compito che si sente di poter affrontare. Le aspettative di efficacia di alcune persone sono limitate alle attività più semplici per cui si cimenteranno con certi compiti, ma non con altri più impegnativi;

  • La generalizzazione. Si riferisce alla misura in cui le proprie convinzioni di efficacia in una certa situazione o compito influenzano quelle in altre situazioni o compiti simili. Alcune esperienze positive o negative creano delle aspettative di efficacia strettamente circoscritte a quell’ambito particolare, altre inducono aspettative più generalizzate che investono ambiti che vanno al di là della situazione specifica in esame;

  • La forza o intensità. Si riferisce a quanto si è convinti di essere efficaci. Le aspettative forti sopravvivranno più a lungo a dei feedback negativi o all’assenza di risultati positivi, aspettative deboli verranno meno prematuramente e porteranno l’individuo a desistere in un compito o un’attività.

Persone sicure delle proprie capacità impiegano più produttivamente  le proprie abilità e scelgono obiettivi più elevati di coloro che nutrono dubbi su di sé.

Chi ha un’alta autoefficacia

  • tende a scegliere attività e compiti impegnativi come occasioni di crescita personale

  • persevera nei tentativi di raggiungere un obiettivo

  • attribuisce l’insuccesso a scarso impegno o a condizioni avverse

  • e’ capace di affrontare gli stressor ambientali

  • ha obiettivi ambiziosi

  • raddoppia l’impegno se incontra un ostacolo

  • raggiunge successi personali

  • ha bassi livelli di stress ed è poco vulnerabile ad ansia e depressione

Chi ha una bassa autoefficacia

  • tende ad evitare compiti difficili perché vissuti come minacce

  • ha basse aspirazioni

  • sottostima opportunità e potenzialità

  • riduce il suo impegno e rinuncia facilmente di fronte alle difficoltà

  • è lento a recuperare il senso di autoefficacia in seguito ai fallimenti e alle delusioni

  • attribuisce alle sue scarse capacità la mancanza di risultati

  • è facile preda dello stress e della depressione

Le convinzioni di efficacia regolano il funzionamento umano attraverso quattro processi principali:

  • Processi cognitivi

  • Processi motivazionali

  • Processi di scelta

  • Processi affettivi

Processi cognitivi
Ha effetti sui “processi cognitivi”,cioè quei processi che permettono alla persona di porsi degli obiettivi e di pianificarne mentalmente le linee d’azione e gli strumenti più efficaci per raggiungerli (capacità di problem – solving). Chi possiede un alto senso di autoefficacia visualizza mentalmente immagini in cui si vede vincente. Viceversa, chi ha un basso livello di autoefficacia visualizza immagini di fallimento, concentrandosi selettivamente su tutto ciò che può andare male. In tal modo alimenta dubbi su se stesso e rende più difficile la riuscita. Le persone con un basso senso di efficacia, di fronte a  situazioni difficili diventano sempre più inefficienti nel loro pensiero analitico e di problem solving, riducono il proprio livello di aspirazione e le loro prestazioni peggiorano. Le persone con un  alto senso di efficacia  si pongono mete ambiziose e si avvalgono di un pensiero analitico efficiente e conseguono spesso successi. 

Processi motivazionali

Le convinzioni di efficacia svolgono un ruolo chiave nell’autoregolazione della motivazione agendo su tre aspetti fondamentali:

  • L’attribuzione causale: vale a dire l’individuazione della causa dei propri successi o insuccessi:  chi si considera altamente efficace attribuisce i propri insuccessi a un impegno insufficiente o a circostanze avverse mentre  chi  si considera inefficace attribuisce i propri fallimenti a una sua personale scarsa capacità;

  • Le aspettative del risultato:  la motivazione è regolata non solo dall’aspettativa che una determinata serie di comportamenti produrrà certi risultati, ma anche dalle  proprie convinzioni riguardo a ciò che si è in grado di fare. La funzione motivante delle aspettative del risultato risulta dunque  governata dalle convinzioni di efficacia;

  • L’impegno: leconvinzioni di autoefficacia oltre a determinare gli obiettivi che le persone si pongono, determinano la quantità di impegno  che attivano, la perseverazione di fronte alle difficoltà e l’entità delle capacità di recupero in seguito agli insuccessi.

Processi affettivi
Gli individui che si percepiscono come scarsamente efficaci  nell’affrontare situazioni di vita, sono  vulnerabili all’ansia e possono sviluppare comportamenti di evitamento per far fronte alle loro paure.  Le persone che pensano di non essere in grado di affrontare efficacemente potenziali pericoli, indugiano a considerare i propri limiti, amplificano la gravità dei possibili pericoli e temono eventualità che raramente si verificano. Chi pensa di poter esercitare un controllo sui pericoli potenziali non individua in anticipo tutte le possibili minacce, né si crea pensieri angoscianti su di esse. Le convinzioni di efficacia modulano lo stress e l’ansia  attraverso il loro impatto sul comportamento: quanto più forte è il senso di efficacia, tanto più le persone sono vigorose nell’affrontare situazioni problematiche stressanti e tanto maggiore è il loro successo nel modificarle.
Inoltre le persone con scarso senso di efficacia sono a rischio di  depressione. Le relazioni sociali rappresentano una notevole fonte di soddisfazione e riducono la vulnerabilità allo stress, alla depressione, alla malattia fisica.  Un basso senso di efficacia sul piano delle relazioni sociali conduce alla depressione mentre un forte senso di autoefficacia in campo sociale permette di  creare relazioni soddisfacenti dalle quali trarre quel sostegno che comporta la riduzione della vulnerabilità alla depressione. Umore e autoefficacia si influenzano in modo bidirezionale:  un basso senso di efficacia riguardo la capacità di procurarsi ciò che nella vita conduce alla soddisfazione e alla sensazione di valore personale dà luogo alla depressione e l’umore depresso , a sua volta, diminuisce la fiducia  nella propria efficacia personale. 

Processi di scelta

Le persone scelgono di coltivare certi tipi di competenze, interessi  e relazioni sociali che influenzano il corso della loro vita. Qualsiasi fattore che agisce sul  comportamento di scelta va ad incidere profondamente sulla direzione dello sviluppo personale, anche perché le influenze sociali operanti negli ambienti che sono stati scelti, continuano a promuovere certe competenze valori e interessi anche molto tempo dopo che la persona ha compiuto le sue scelte.

Le convinzioni di efficacia personale influenzano dunque il corso della vita determinando il genere di attività che si intraprendono  e i contesti ambientali a cui si decide di accedere: le persone scelgono attività stimolanti  e ambienti che considerano alla loro portata e evitano le attività e gli ambienti che considerano al di fuori delle proprie capacità di gestione.
Le convinzioni delle persone riguardo alla propria efficacia possono modificarsi attraverso quattro fonti principali:

  • Le esperienze di gestione efficace. Le esperienze personali costituiscono la fonte più proficua per acquisire un forte senso di autoefficacia. I successi rafforzano il senso di  efficacia personale. Una volta che si è sviluppato un saldo senso di efficacia attraverso ripetuti successi, occasionali fallimenti non avranno grandi effetti sui giudizi circa le proprie capacità, anzi è possibile che gli insuccessi vengano attribuiti ad un impegno insufficiente, a fattori situazionali, o a strategie limitate. E’però  importante sottolineare che se  le persone sperimentano solo facili successi, in seguito tenderanno  ad aspettarsi risultati rapidi e si scoraggeranno facilmente di fronte agli insuccessi. L’acquisizione di un solido senso di efficacia richiede il superamento di ostacoli per cui è necessaria la perseveranza nell’impegno. Tenendo duro nelle situazioni difficili, le persone emergono dalle difficoltà con un rinnovato senso di autoefficacia.

  • L’esperienza vicaria fornita dall’osservazione di modelli. L’osservazione di altre persone che raggiungono i propri obiettivi attraverso l’impegno e l’azione personale incrementa nell’osservatore la convinzione di possedere anch’egli le capacità necessarie a riuscire in situazioni analoghe. Allo stesso modo, l’osservazione di altre persone che falliscono, nonostante l’impegno, indebolisce il senso di efficacia dell’osservatore e ne abbassa il livello di motivazione. L’impatto del modellamento sulle convinzioni di efficacia personale è fortemente influenzato dalla percezione di somiglianza con i modelli. Infatti quanto più ci si percepisce simili ai modelli tanto più questa fonte assume un peso rilevante nel determinare la propria autoefficacia.

  • La persuasione. Si può  consolidare il senso di efficacia attraverso la persuasione. L’incoraggiamento a persistere di fronte alle difficoltà ed essere convinti di possedere le capacità necessarie per tentare un compito, concorre allo sviluppo della propria autoefficacia in misura tanto maggiore quanto più è credibile la fonte.  Nella misura in cui la persuasione migliora la fiducia in se stessi, essa promuove lo sviluppo di abilità e di un ulteriore senso di efficacia personale. Oltre ad accrescere la fiducia nelle proprie capacità, è importante predisporre le situazioni in modo da  evitare che la persona si cimenti  prematuramente in situazioni che possono condurre ad un insuccesso. Infatti gli incrementi di autoefficacia privi di fondamento vengono rapidamente vanificati se poi l’azione conduce a risultati deludenti. E‘ inoltre importante Incoraggiare a misurare i propri risultati in termini di miglioramento personale piuttosto che di confronto competitivo con gli altri. Le persone che sono state persuase della propria incapacità  tendono ad evitare  le attività impegnative (che potrebbero invece sviluppare le loro potenzialità), e rinunciano rapidamente quando si trovano di fronte alle difficoltà. La sfiducia nelle proprie capacità, restringendo il repertorio di attività e riducendo la motivazione, conduce a comportamenti scadenti che ne costituiscono un’ulteriore conferma.

  • Il controllo degli stati emotivi e fisiologici. Spesso, le reazioni di stress e  la tensione che si sperimentano di fronte ad una situazione impegnativa (ad esempio un esame o una gara atletica) vengono interpretati come segnali che fanno presagire cattive prestazioni. Nelle situazioni che richiedono forza e resistenza, le persone con un alto senso di efficacia  considerano il proprio stato di attivazione fisica ed emotiva come qualcosa che facilita l’azione dando energia, mentre quelle con basso senso di efficacia vivono la stessa attivazione come debilitante. Attraverso il cambiamento dello stato di tensione emozionale che può essere conseguito, ad esempio, attraverso un cambiamento delle attribuzioni causali, tecniche psicofisioligiche (rilassamento, biofeedback), tecniche di desensibilizzazione sistematicaecc.si possono modificare le convinzioni riguardanti l’autoefficacia.  Anche l’umore incide:lo stato d’animo positivoaumenta il senso di autoefficacia e quello negativo lo diminuisce. Le persone depresse tendono a percepirsi come impotenti di fronte alle difficoltà mentre il buonumore alimenta la fiducia nelle proprie capacità di riuscita. La quarta strategia capace di modificare le convinzioni di efficacia consiste dunque nel migliorare  le condizioni fisiche, nel ridurre la propensione allo stress e alle emozioni negative e nel correggere le interpretazioni scorrette delle condizioni corporee.

Origini dell’autoefficacia
Perché si possa parlare di autoefficacia è necessaria la capacità di auto osservarsi e riconoscersi come soggetto di azione. Crescendo i bambini, grazie ai feedback sulle prime esperienze, ottengono le informazioni utili circa le proprie abilità, capiscono che esiste una relazione tra le loro azioni e i loro effetti, capiscono di avere un certo controllo su se stessi e il mondo circostante e, con il tempo, diventano sempre più consapevoli di ciò che sanno fare e di quali abilità servono per gestire le diverse situazioni. La famiglia fornisce esperienze significative capaci di promuovere il controllo su di sé e sul mondo esterno. Molto importante per lo sviluppo dell’autoefficacia dei bambini è l’autoefficacia genitoriale,  ossia la convinzione dei genitori, di gestire adeguatamente le attività necessarie ad allevare i figli e la relazione con essi nelle diverse fasi della loro crescita: saper comunicare efficacemente con loro, fornire supporto e sostegno emotivo, favorire il loro processo di individuazione.
I genitori possono creare le condizioni che rappresentano i presupposti sia per la sperimentazione del successo, che  per lo sviluppo di un elevata autoefficacia dei propri figli: 

  • avendo aspettative adeguate. Aspettarsi dal proprio figlio un comportamento non  adeguato all’età lo espone al fallimento

  • spiegando in modo chiaro ciò che si aspettano da loro. Chiedere al proprio figlio  di essere più bravo e responsabile  a scuola  può non servire se il  figlio non sa chiaramente  cosa ci si aspetta da lui. E’ più utile indicare con precisione i comportamenti richiesti (ad esempio controlla se hai tutti i libri nello zaino prima di andare a scuola; scrivi tutti i compiti sul diario quando l’insegnante li detta, svolgi tutti i compiti … )

  • fornendo l’aiuto necessario  solo se il bambino è effettivamente in difficoltà o su sua richiesta

  • rimuovendo eventuali ostacoli. Lasciare che il proprio figlio studi con la televisione accesa  lo espone ad un maggiore rischio di insuccesso scolastico

  • offrendo modelli adeguati. Offrire ai figli come metro di paragone le prestazioni di adulti o di bambini più grandi li può esporre al fallimento. Risulta invece più proficuo evitare i  confronti con gli altri e sottolineare i miglioramenti o i successi rispetto alle proprie precedenti prestazioni.

  • ricorrendo il meno possibile alle punizioni. Valorizzare i successi, fornire sostegno emotivo ed incoraggiamento. 

Man mano che il bambino cresce e il suo mondo sociale si espande, i pari assumono un ruolo sempre più importante per lo sviluppo dell’autoefficacia. I compagni forniscono punti di riferimento per il confronto delle proprie prestazioni e i più capaci offrono modelli di stili di pensiero e comportamento efficaci (apprendimento sociale). Il bambino è particolarmente sensibile alla posizione che assume tra i suoi pari e percepirsi inefficaci causa isolamento. 
Anche la scuola ha un ruolo importante. Essa è il principale contesto in cui le capacità cognitive vengono coltivate e convalidate, è il luogo in cui gli studenti  sviluppano competenze cognitive, acquisiscono nozioni e abilità di soluzione di problemi essenziali per una partecipazione sociale efficace.
Il senso di efficacia personale degli insegnanti determina l’atteggiamento generale verso il processo educativo e influenza le loro specifiche attività didattiche: infatti gli insegnanti con un basso senso di efficacia assumono un atteggiamento da guardiano con il frequente utilizzo di incentivi esterni e punizioni per favorire lo studio, mentre gli  insegnanti convinti della propria efficacia nel ruolo di docente  predispongono esperienze didattiche in cui gli alunni  possono sperimentare la sensazione di padronanza  favorendo così lo sviluppo della motivazione intrinseca e dell’autonomia degli studenti.  Le convinzioni degli insegnanti circa la propria efficacia come docenti predicono il livello di successo degli studenti nel corso dell’anno scolastico a prescindere dal livello da cui sono partiti. 

                                                                                   D.ssa Roberta Bracci